Si chiude il processo per la custodia del piccolo Eitan: il piccolo torna in Italia. La decisione dei giudici del Tribunale di Tel Aviv
Il 23 settembre si è aperto il processo per la custodia del piccolo Eitan, unico sopravvissuto della sua famiglia alla tragedia del Mottarone. Affidato alla zia, il bambino è stato rapito dal nonno che lo ha portato in Israele. Tra il 10 e l’11 ottobre si è conclusa la terza ed ultima udienza. Il 25 ottobre è stata anticipata a mezzo stampa la sentenza, che stabilisce che il piccolo deve tornare in Italia. Il 29 novembre la Corte Suprema israeliana ha respinto il ricorso presentato dal nonno del bambino. La sentenza chiude definitivamente la disputa legale sulla custodia del bambino.
Si chiude il processo per la custodia di Eitan: il piccolo torna in Italia
Nella giornata del 25 ottobre l’Ansa ha anticipato la sentenza del Tribunale di Tel Aviv che ha disposto il rientro in Italia del piccolo Eitan. I giudici hanno deciso che il bambino deve tornare a vivere in quella che a tutti gli effetti è la sua residenza abituale.
Shmuel Peleg, nonno di Eitan, ha presentato ricorso. La Corte Suprema israeliana ha respinto il ricorso disponendo quindi il ritorno in Italia del bambino. I giudici hanno stabilito che il piccolo dovrà tornare in Italia, dove ha vissuto quasi tutta la sua vita. Peleg non avrebbe fornito alcuna motivazione valida a supporto della sua richiesta.
Eitan è tornato in Italia il 3 dicembre
Il ritorno di Eitan in Italia è stato fissato per il 3 dicembre. Il bambino sarà accompagnato dalla zia paterna e farà ritorno in Italia con un volo da Tel Aviv.
L’aereo, partito da Tel Aviv, è arrivato a Orio al Serio intorno alle ore 22.00. Il piccolo si trovava con la zia affidataria, con la quale continuerà a vivere.
Il processo per la custodia di Eitan: la prima udienza
“Voglio vedere Eitan a casa“, aveva dichiarato Aya Biran, zia del bambino e tutrice legale del piccolo, all’ingresso in Tribunale per la prima udienza del processo per la custodia del minore.
Presenti in Aula in occasione della prima udienza solo la zia paterna di Eitan e il nonno materno, indagato a Pavia per sequestro aggravato di persona. Gli altri parenti erano rimasti fuori dall’Aula.
Il giudice aveva stabilito la ripresa delle udienze per l’8 ottobre. Fino a quella data, in base all’accordo raggiunto dalle due famiglie che chiedono la custodia del bambino, la famiglia Biran e la famiglia Peleg, Eitan sarebbe rimasto in Israele.
L’accordo tra le famiglie per la gestione condivisa del bambino
La prima udienza si era conclusa con un accordo volto a tutelare il bambino. Fino alla ripresa del processo Eitan è rimasto in Israele trascorrendo metà del tempo con i nonni e metà del tempo con la zia, la tutrice del bimbo, ad intervalli di tre giorni.
“Non pubblicheremo nessuna informazione né sul contenuto dell’udienza né sulle condizioni di salute di Eitan e chiediamo alla stampa di fare altrettanto“, avevano fatto sapere i legali al termine dell’udienza.
Concluse le udienze
Tra il 10 e l’11 ottobre si è conclusa l’ultima udienza del processo per la custodia del piccolo Eitan. Anche la terza udienza si è svolta a porte chiuse. Nel corso della seduta sono stati ascoltati numerosi testimoni.
Dopo che i giudici del Tribunale hanno disposto il ritorno in Italia del bambino, il nonno ha deciso di presentare ricorso. E il ricorso è stato respinto dalla Corte Suprema.
È bene evidenziare che il tribunale nella sua decisione si muove nel contesto normativo stabilito dalla Convenzione dell’Aja sul tema della sottrazione dei minori.